#athousandfeet
Linus Wincenth
Linus Wincenth
INAUGURAZIONE
SABATO 04.03.23 ORE 18.30
SABATO 04.03.23 ORE 18.30
In mostra su prenotazione
dal 04.03 al 08.04
INGRESSO LIBERO
dal 04.03 al 08.04
INGRESSO LIBERO
Se voglio questa fotografia. Se voglio questo momento. Se voglio qualunque cosa il presente abbia in serbo, sospiri, piaceri, sapori, contatti e il sentire, o talvolta la benedizione o l’assenza di queste, conseguentemente accetto o persino abbraccio tutto ciò che ne consegue.
Tanto i piaceri quanto le pugnalate che mi hanno portato fin qui.
Talvolta i nostri giorni e le nostre notti ci compongono e ricompongono in modi che possono essere, come minimo, difficili da raccontare. Tutti portiamo in noi i copioni delle ferite che in qualche modo ci echeggiano dentro. La perdita di ciò che sarebbe dovuto restare. Le prigioni fisiche e mentali scaturite dai dolori che la vita ci porta. Così come fa la vita. Senza alcun riguardo.
Tanto i piaceri quanto le pugnalate che mi hanno portato fin qui.
Talvolta i nostri giorni e le nostre notti ci compongono e ricompongono in modi che possono essere, come minimo, difficili da raccontare. Tutti portiamo in noi i copioni delle ferite che in qualche modo ci echeggiano dentro. La perdita di ciò che sarebbe dovuto restare. Le prigioni fisiche e mentali scaturite dai dolori che la vita ci porta. Così come fa la vita. Senza alcun riguardo.
Per molti, fortunatamente, queste prigioni nel corso del tempo diventano altro. Il mio stesso trauma infantile, le lotte con i tanti demoni interiori, le relazioni fallite e in passato uno stile di vita insano, sono state tutte esperienze molto spiacevoli dentro cui vivere, ma, fortunatamente, strumenti piuttosto utili se sopravvivi. Cosa che ho fatto. Cosa che tu hai fatto. Almeno fino ad adesso.
Attraverso gli anni, ci sono giorni in cui tutto questo non riesco a vederlo. A volte più che giorni. Ma nelle ultime cadute sono stato capace di ibernarmi in una modalità di risparmio energetico. Penso che mettermi davanti a una fotocamera anche attraverso questi periodi, e rimanere fisso lì dov’ero, sia stata una profonda terapia e una strategia di contrasto per il panico distruttivo e la voglia di fuga che da sempre sono parte attiva nei miei periodi più bui.
Attraverso gli anni, ci sono giorni in cui tutto questo non riesco a vederlo. A volte più che giorni. Ma nelle ultime cadute sono stato capace di ibernarmi in una modalità di risparmio energetico. Penso che mettermi davanti a una fotocamera anche attraverso questi periodi, e rimanere fisso lì dov’ero, sia stata una profonda terapia e una strategia di contrasto per il panico distruttivo e la voglia di fuga che da sempre sono parte attiva nei miei periodi più bui.
L’ autoritratto, per come lo concepisco, mi dà - credo- una visione più limpida delle condizioni in cui conduco la mia vita ed è stato d’aiuto nel processo di portare una prospettiva di maggiore oggettività rispetto molte cose. Una prospettiva in cui il naturale esaurirsi di ogni emozione è una delle cose più importanti, nel senso in cui non ho il dovere di reagire al sentimento presente eleggendolo a verità assoluta. E in questa scoperta, ho colto come io molto spesso, se non sempre, ho pieno potere e libertà di scegliere la mia attitudine rispetto ad ogni cosa, e non soltanto riguardo la fotografia.
Le fotografie che scatto non sono mai pianificate in anticipo, ma porto quasi sempre una macchina fotografica con me e mi tengo aperto a tutto ciò che mi circonda, luci e ombre. Quando premo l’autoscatto il mio corpo ha 10 secondi per trovare un posto nell’inquadratura e l’esperienza dimostra che meno la mia mente è coinvolta in questi secondi migliore è il risultato…
Le fotografie che scatto non sono mai pianificate in anticipo, ma porto quasi sempre una macchina fotografica con me e mi tengo aperto a tutto ciò che mi circonda, luci e ombre. Quando premo l’autoscatto il mio corpo ha 10 secondi per trovare un posto nell’inquadratura e l’esperienza dimostra che meno la mia mente è coinvolta in questi secondi migliore è il risultato…
Ho iniziato questo progetto durante un periodo di drastico cambiamento nella mia vita, e l’energia violenta di questi primi anni è visibile, almeno a me stesso, e il ritmo era tale che ogni cambiamento e passaggio veniva documentato. Athousandfeet (parte I) è risultato in 1000 fotografie in 1000 giorni, seguito poi da Athousandfeet (II), una sorta di slideshow Instagram in tempo reale, dove l’immagine restava visibile per la durata di 12 ore. Tutto questo per un periodo di 500 giorni.
Da ottobre 2018 il ritmo è rallentato.“Epilongue”, l’episodio finale attualmente in corso, è scattato principalmente su pellicola, e l’eccitazione quasi meditativa nel processo di sviluppo e stampa di me stesso è diventato un gesto d’amore che mi auguro continui per molti anni mentre la paura e la gioia di ogni momento fiorisce in qualcosa di completamente differente man mano che il tempo passa.
Va tutto bene.
Linus Wincenth
Da ottobre 2018 il ritmo è rallentato.“Epilongue”, l’episodio finale attualmente in corso, è scattato principalmente su pellicola, e l’eccitazione quasi meditativa nel processo di sviluppo e stampa di me stesso è diventato un gesto d’amore che mi auguro continui per molti anni mentre la paura e la gioia di ogni momento fiorisce in qualcosa di completamente differente man mano che il tempo passa.
Va tutto bene.
Linus Wincenth