BUSTI MARIA
QUANDO IL LAVORO È LA PASSIONE PIÙ GRANDE
Questo progetto è dedicato a Maria e a tutte quelle persone che spesso restano nell’anonimato ma in realtà ci dimostrano con la loro dedizione, premura e gentilezza che è possibile vivere una vita appassionata dedicata al lavoro.
Maria è stata sarta, infermiera, stenografa, cuoca e cameriera. In giovane età ha lavorato per una famosa ditta di intimo ed è dopo questa esperienza che nasce il desiderio di mettersi in proprio realizzando il suo sogno che porta ancora avanti con tanto amore. Una minuta e delicata signora che ha superato la soglia dei 90 anni che non nasconde una grande forza trasmettendola a tutti coloro che ancora entrano nella sua bottega, che è lì da oltre 40 anni. Come ogni appassionata del proprio lavoro la sua più grande gioia è alzare la serranda che da luce alle sue giornate.
L’attività di Maria ha vissuto momenti di “fama” collegata alle studentesse dell’Accademia delle Belle Arti che non ha rinunciato ad aiutare con i suoi costumi da bagno e altri abiti pensati per progetti fotografici e sfilate, guadagnandosi così attenzioni, affetto, popolarità e rispetto da tutto il quartiere e non solo.
Ha avuto una vita molto serena e felice con suo marito che le è stato accanto e l’ha sempre aiutata. Ancora ricorda con piacere i tanti viaggi fatti insieme e quando lo ricorda la sua espressione diviene subito dolce e allegra.
QUANDO IL LAVORO È LA PASSIONE PIÙ GRANDE
Questo progetto è dedicato a Maria e a tutte quelle persone che spesso restano nell’anonimato ma in realtà ci dimostrano con la loro dedizione, premura e gentilezza che è possibile vivere una vita appassionata dedicata al lavoro.
Maria è stata sarta, infermiera, stenografa, cuoca e cameriera. In giovane età ha lavorato per una famosa ditta di intimo ed è dopo questa esperienza che nasce il desiderio di mettersi in proprio realizzando il suo sogno che porta ancora avanti con tanto amore. Una minuta e delicata signora che ha superato la soglia dei 90 anni che non nasconde una grande forza trasmettendola a tutti coloro che ancora entrano nella sua bottega, che è lì da oltre 40 anni. Come ogni appassionata del proprio lavoro la sua più grande gioia è alzare la serranda che da luce alle sue giornate.
L’attività di Maria ha vissuto momenti di “fama” collegata alle studentesse dell’Accademia delle Belle Arti che non ha rinunciato ad aiutare con i suoi costumi da bagno e altri abiti pensati per progetti fotografici e sfilate, guadagnandosi così attenzioni, affetto, popolarità e rispetto da tutto il quartiere e non solo.
Ha avuto una vita molto serena e felice con suo marito che le è stato accanto e l’ha sempre aiutata. Ancora ricorda con piacere i tanti viaggi fatti insieme e quando lo ricorda la sua espressione diviene subito dolce e allegra.
Non facile saper raccontare un personaggio che ci porta a pensare a quanto in realtà sia bella la vita se si vive con amore e dedizione tutti i giorni nella sua semplicità, e proprio da questo ultimo concetto che parte il progetto dei nostri autori. Raccontare Maria ed il suo mondo così com’è senza filtri. Il progetto è stato realizzato a quattro mani da due fotografi che da anni si dedicano anche loro con passione alla fotografia. Hanno scelto entrambi un linguaggio e un genere fotografico diverso, da una parte le nature morte di Marco e dall’altra i ritratti in bianco e nero di Cristina.
Un approccio immediato che ci aiuta ad entrare in un modo che non ha bisogno di molto per sopravvivere, solo di piccoli gesti quotidiani e pochi oggetti. Gesti che troviamo nelle foto di Cristina che coglie nelle sue immagini la spontaneità delle espressioni e dei movimenti delle mani che tanto raccontano di Maria. Oggetti che ci parlano del tempo che passa con una certa nostalgia. Cose che hanno il sapore di sacrifici e rinunce, una storia che è ancora vissuta attraverso la magia di una persona che dedica al suo lavoro ed agli altri il suo grande amore. Un progetto in equilibrio in una sorta di meccanica che si allontana dall’elettronica moderna, che ci restituisce l’importanza del gesto dell’artigiano. L’ artigianato sempre meno presente nelle nostre città ma così prezioso. L’approccio al tempo che passa ci viene restituito dagli autori in un progetto completo e completato in chiave quasi onirica.
Spesso la vera bellezza della vita è nascosta nelle piccole cose, ed è su questo che ci troviamo a riflettere dinanzi a questo lavoro. |
Cristina Malcisi
Nata a settembre.
Indecisa per natura ma fortemente attratta dalla fotografia.
Grande viaggiatrice fino a due anni fa. Al momento mi muovo con la fantasia.
Nasco come fotografa autodidatta. Negli ultimi anni, con il passare al digitale ho frequentato diversi corsi di fotografia e storytelling. Grazie a
questi corsi sono riuscita a realizzare progetti per me molto importanti che spero presto divengano un libro da lasciare come memoria.
Amo la fotografia di strada, amo fotografare le persone.
Mi sono dedicata all'autoritratto come lavoro sul mio corpo Libri e musica mi suggeriscono spesso idee per scattare.
Sono curiosa e sto imparando ad essere paziente.
Mostra personale
curata da Laura Frasca Photographer - Green Whale Space
Fuori Tempo - Bologna, Ottobre 2021
Mostre collettive
Other Identity - Genova, Marzo 2022
Fine del viaggio - Ferrara, Maggio 2022. Circuito Off Riaperture Photo Festival
Un libro fotografico. Edizione limitata a conclusione di una Masterclass
Una pubblicazione su Nudeartzine, progetto personale, curata da Ugo Grandolini - 2021
Instagram @crismal74
Nata a settembre.
Indecisa per natura ma fortemente attratta dalla fotografia.
Grande viaggiatrice fino a due anni fa. Al momento mi muovo con la fantasia.
Nasco come fotografa autodidatta. Negli ultimi anni, con il passare al digitale ho frequentato diversi corsi di fotografia e storytelling. Grazie a
questi corsi sono riuscita a realizzare progetti per me molto importanti che spero presto divengano un libro da lasciare come memoria.
Amo la fotografia di strada, amo fotografare le persone.
Mi sono dedicata all'autoritratto come lavoro sul mio corpo Libri e musica mi suggeriscono spesso idee per scattare.
Sono curiosa e sto imparando ad essere paziente.
Mostra personale
curata da Laura Frasca Photographer - Green Whale Space
Fuori Tempo - Bologna, Ottobre 2021
Mostre collettive
Other Identity - Genova, Marzo 2022
Fine del viaggio - Ferrara, Maggio 2022. Circuito Off Riaperture Photo Festival
Un libro fotografico. Edizione limitata a conclusione di una Masterclass
Una pubblicazione su Nudeartzine, progetto personale, curata da Ugo Grandolini - 2021
Instagram @crismal74
Marco Bruscolini
Pesaro, 1948
Sul finire degli anni '60, durante gli studi di Sociologia e la partecipazione ai fermenti del Sessantotto, è fra i promotori a Rimini (insieme a Teo De Luigi, fotografo, regista e storico collaboratore di Sergio Zavoli) del Collettivo "Il Pentaprisma" formato da cinque giovani fotografi militanti del Movimento.
Il lavoro del Collettivo è orientato principalmente ai temi della marginalità sociale, del rapporto città-campagna e della religiosità popolare.
I progetti più significativi vengono presentati alle Giornate della Fotografia di Sorrento; nasce e si sviluppa un proficuo rapporto con il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
A metà degli anni '70 il gruppo è una delle realtà emergenti nel panorama della nuova fotografia sociale.
Di questo periodo è la collaborazione con Lanfranco Colombo (direttore della rivista "Il Diaframma" e dell'omonima galleria di Milano) e con Paolo Monti, titolare a Bologna della prima cattedra universitaria di fotografia in Italia.
Su incarico dell'Istituto per i Beni Culturali dell'Emilia-Romagna, Monti stava conducendo la campagna di rilevazione fotografica dei principali centri storici della Regione e necessitava di assistenza per le riprese nelle città romagnole. La staordinaria opportunità di lavorare a stretto contatto con un maestro della fotografia europea e l'osservazione del suo approccio originale alle forme del paesaggio urbano portano Marco Bruscolini a coltivare un interesse crescente per la fotografia di architettura e la ricerca spaziale, interesse che tutt'ora caratterizza in modo prevalente la sua produzione.
Alcuni anni dopo, sulla scorta di questa esperienza, il Comune di Rimini gli affida il compito di realizzare il censimento fotografico dei borghi storici della città, propedeutico all'elabariazione del nuovo Piano Regolatore.
A partire dai primi anni duemila collabora stabilmente con la Casa Editrice Eidos di Venezia in qualità di consulente editoriale per la fotografia e la iconografia.
Pesaro, 1948
Sul finire degli anni '60, durante gli studi di Sociologia e la partecipazione ai fermenti del Sessantotto, è fra i promotori a Rimini (insieme a Teo De Luigi, fotografo, regista e storico collaboratore di Sergio Zavoli) del Collettivo "Il Pentaprisma" formato da cinque giovani fotografi militanti del Movimento.
Il lavoro del Collettivo è orientato principalmente ai temi della marginalità sociale, del rapporto città-campagna e della religiosità popolare.
I progetti più significativi vengono presentati alle Giornate della Fotografia di Sorrento; nasce e si sviluppa un proficuo rapporto con il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
A metà degli anni '70 il gruppo è una delle realtà emergenti nel panorama della nuova fotografia sociale.
Di questo periodo è la collaborazione con Lanfranco Colombo (direttore della rivista "Il Diaframma" e dell'omonima galleria di Milano) e con Paolo Monti, titolare a Bologna della prima cattedra universitaria di fotografia in Italia.
Su incarico dell'Istituto per i Beni Culturali dell'Emilia-Romagna, Monti stava conducendo la campagna di rilevazione fotografica dei principali centri storici della Regione e necessitava di assistenza per le riprese nelle città romagnole. La staordinaria opportunità di lavorare a stretto contatto con un maestro della fotografia europea e l'osservazione del suo approccio originale alle forme del paesaggio urbano portano Marco Bruscolini a coltivare un interesse crescente per la fotografia di architettura e la ricerca spaziale, interesse che tutt'ora caratterizza in modo prevalente la sua produzione.
Alcuni anni dopo, sulla scorta di questa esperienza, il Comune di Rimini gli affida il compito di realizzare il censimento fotografico dei borghi storici della città, propedeutico all'elabariazione del nuovo Piano Regolatore.
A partire dai primi anni duemila collabora stabilmente con la Casa Editrice Eidos di Venezia in qualità di consulente editoriale per la fotografia e la iconografia.