NATURA MORTA
Memento mori
di Laura Frasca
Memento mori
di Laura Frasca
La fotografia risveglia un sentire istintivo e irrazionale
che commuove, riempie di forza la vista,
penetra dentro di me a una profondità e con radici che non conosco.
Roland Barthes, 1980
Natura Morta sviluppa un racconto onirico, un'immersione nei ricordi sbiaditi di mia madre durante l'infanzia e la pre-adolescenza. Ispirato alla Camera Chiara di Roland Barthes, questo progetto va oltre l'apparenza delle fotografie per narrare un viaggio sensoriale e visivo nei luoghi che hanno segnato la sua giovinezza.
Barthes ha esplorato il concetto di maternità nel suo libro, riconoscendo alla figura materna un punto cruciale di connessione emotiva. Come mia madre è stata un punto focale nella mia esistenza, così le sue immagini in questo progetto diventano il nucleo di un dialogo emotivo. La Camera Chiara diventa così uno strumento per svelare la complessità di questa relazione, in cui ogni foto è un frammento della sua vita e della mia stessa esperienza.
Nel 1979, a un anno dalla morte della madre, Barthes scrive le sue riflessioni sulla fotografia: la foto ricerca è una foto-Studium a gradazione emotiva media; la foto che colpisce contiene un particolare, il Punctum, il quale alza l’intensità emotiva al massimo e fa di quella foto la mia foto, una foto speciale che non si può più dimenticare. Ho cercato questo tipo di foto dopo la morte di mia madre e l’ho trovata, lei da bambina distesa vicino ad un fiume serena e felice, uno sguardo che purtroppo non ho mai conosciuto, forse perché di lì a poco la sua vita avrebbe iniziato la sua discesa verso il baratro. Quindi sono stata rapita da un’emozione travolgente: come sosteneva Barthes non qualcosa che traumatizza quanto piuttosto un elemento visuale che rivela ciò che era così ben nascosto, ciò di cui non sei consapevole. Le foto-Studium hanno tutto per essere banali: possono interessare ma non possono essere amate, possono scioccare per i loro contenuti ma non portano turbamento; possono urlare ma non ferire; è il Punctum che rivoluziona la foto e obbliga ad un cambio di lettura: la foto di mia madre da bambina ha ai miei occhi un valore superiore, un immagine apparentemente banale che ha lasciato il segno. La fotografia è un atto folle, un paradosso: è insieme chiara e oscura, presente e passato, ha la sua essenza e il suo scandalo.
Elaborando come Barthes il lutto della morte di mia madre ho raggiunto quella che lui chiama l’estasi fotografica.
Le fotografie selezionate per questo progetto attingono ai suoi ricordi d'infanzia e pre adolescenza, tempi in cui la sua vita ha attraversato una svolta significativa. Il punctum qui non è solo un dettaglio visivo, ma la trama di emozioni e trasformazioni che hanno segnato il corso della sua esistenza, portandola attraverso i giardini fioriti dell'innocenza alla discesa lenta verso la melancolia. Mia madre ha vissuto il momento cruciale nella sua vita all'età di otto anni, quando la perdita del padre amato e l'improvviso cambiamento nell'ambiente familiare l'hanno portata in un collegio contro la sua volontà. Questo periodo, privo di immagini, prende forma attraverso scatti onirici realizzati in luoghi chiave: il collegio che ha segnato il suo destino e San Sepolcro, il luogo dei suoi ricordi più tristi.
Grazie ad un espediente tecnico in fase di scatto, le immagini di San Sepolcro assumono una dimensione onirica, catturando l'atmosfera di quello che mia madre ha condiviso con me verbalmente. Le foto diventano finestre su un passato intenso e sfumato, in cui il dolore per la perdita di mio nonno e la nostalgia della famiglia si mescolano in uno sguardo che racconta una storia di resilienza e forza.
Le foto d’infanzia, in origine in bianco e nero, vengono colorate con acquerelli per conferire loro una vita e un'atmosfera che vanno oltre la semplice riproduzione, inserite in delle teche con degli elementi naturali, la fotografia diviene un oggetto di rappresentazione di natura morta. Una sorta di reliquiario. Questo processo artistico è un modo di esprimere le emozioni che permeano i racconti di mia madre, trasformando l'immagine statica in un caleidoscopio di sensazioni, tutto ciò che è stato realizzato è riferito a lei nei minimi particolari.
All'interno dell'installazione, oltre alle immagini, ci saranno suggestioni che stimoleranno altri sensi. Il profumo di mia madre, una delle sue colonne sonore preferite, i suoi fiori…
Questo progetto è una dedica ad una donna comune, generosa e resiliente che ha affrontato il dolore e la nostalgia con solo la forza interiore. Un racconto onirico dei suoi ricordi, che diventa un omaggio al suo coraggio e a quello di tante altre donne invisibili alla storia, di fronte alle sfide della vita, grazie ai loro sacrifici le loro figlie sono più libere, un invito a immergersi in un mondo che va oltre la fotografia statica.
Natura Morta non è solo una mostra fotografica, ma un'esperienza immersiva che consente di connettersi con la mia intimità attraverso i sensi. Per mezzo della rielaborazione artistica delle sue immagini e la creazione di un ambiente multisensoriale, spero di offrire uno spazio in cui il ricordo di mia madre possa vivere in modo vibrante, riscattato dall'oblio e celebrato attraverso l'arte e la memoria. Spero che tutto ciò catturi l'essenza delle sue esperienze e celebri la sua eredità di resilienza e amore.
Grazie ad un espediente tecnico in fase di scatto, le immagini di San Sepolcro assumono una dimensione onirica, catturando l'atmosfera di quello che mia madre ha condiviso con me verbalmente. Le foto diventano finestre su un passato intenso e sfumato, in cui il dolore per la perdita di mio nonno e la nostalgia della famiglia si mescolano in uno sguardo che racconta una storia di resilienza e forza.
Le foto d’infanzia, in origine in bianco e nero, vengono colorate con acquerelli per conferire loro una vita e un'atmosfera che vanno oltre la semplice riproduzione, inserite in delle teche con degli elementi naturali, la fotografia diviene un oggetto di rappresentazione di natura morta. Una sorta di reliquiario. Questo processo artistico è un modo di esprimere le emozioni che permeano i racconti di mia madre, trasformando l'immagine statica in un caleidoscopio di sensazioni, tutto ciò che è stato realizzato è riferito a lei nei minimi particolari.
All'interno dell'installazione, oltre alle immagini, ci saranno suggestioni che stimoleranno altri sensi. Il profumo di mia madre, una delle sue colonne sonore preferite, i suoi fiori…
Questo progetto è una dedica ad una donna comune, generosa e resiliente che ha affrontato il dolore e la nostalgia con solo la forza interiore. Un racconto onirico dei suoi ricordi, che diventa un omaggio al suo coraggio e a quello di tante altre donne invisibili alla storia, di fronte alle sfide della vita, grazie ai loro sacrifici le loro figlie sono più libere, un invito a immergersi in un mondo che va oltre la fotografia statica.
Natura Morta non è solo una mostra fotografica, ma un'esperienza immersiva che consente di connettersi con la mia intimità attraverso i sensi. Per mezzo della rielaborazione artistica delle sue immagini e la creazione di un ambiente multisensoriale, spero di offrire uno spazio in cui il ricordo di mia madre possa vivere in modo vibrante, riscattato dall'oblio e celebrato attraverso l'arte e la memoria. Spero che tutto ciò catturi l'essenza delle sue esperienze e celebri la sua eredità di resilienza e amore.
INFO MOSTRA
Vernissage
Venerdì 2 Febbraio ore 17.30
Green Whale Space via Daniele Manin 9c bologna
INGRESSO LIBERO
La mostra sarà visitabile dal 2 febbraio al 16 marzo 2024
Da lunedì 5 febbraio al 16 marzo su prenotazione
Orari di apertura
giovedì 1 febbraio 2024
Dalle 16.00 alle 19.00
da venerdì 2 a domenica 4 febbraio 2024
dalle 10.30 alle13.00 dalle 16.00 alle 21.30
BIOGRAFIA
Laura Frasca
Fotografa, art manager e insegnante.
Fonda nel 2021 insieme a Francesco Savelli Green Whale Space, uno spazio dedicato a corsi, mostre, presentazioni e tutto ciò che riguarda la fotografia e la natura.
Ha avviato e diretto per diversi anni Paoletti School of Photography e la Galleria Paoletti. Ha insegnato fotografia in diversi licei ed istituti di Bologna. Espone in Italia ed Europa, al Parlamento Europeo a Bruxelles, alla Biennale di Arte e Fotografia Documentaristica a Berlino (Margaret Cameron Award), nella Casina delle Civette presso Villa Torlonia a Roma, al TEDxBologna, nella Cineteca di Bologna, nel Cortile d'onore di Palazzo d’Accursio, nella Casa delle Donne. Pubblicato il libro Neglected Roots sulla scomparsa della foresta del Borneo Indonesiano realizza altre mostre a Bologna nell’ambito del Festival IT.A.CÀ., in Piazza Aldrovandi e Giardino Parker Lennon per il festival Human Rights Nights con il quale collabora, a San Ginesio nel Loggiato di San Tommaso e Barnaba, nel Palazzo della Provincia di Trento (Radici Negate - Il Senso delle Foreste Borneo e Canada). Realizza e cura a Minerbio il Festival di Fotografia Fotonika.
www.laurafrasca.com
Laura Frasca
Fotografa, art manager e insegnante.
Fonda nel 2021 insieme a Francesco Savelli Green Whale Space, uno spazio dedicato a corsi, mostre, presentazioni e tutto ciò che riguarda la fotografia e la natura.
Ha avviato e diretto per diversi anni Paoletti School of Photography e la Galleria Paoletti. Ha insegnato fotografia in diversi licei ed istituti di Bologna. Espone in Italia ed Europa, al Parlamento Europeo a Bruxelles, alla Biennale di Arte e Fotografia Documentaristica a Berlino (Margaret Cameron Award), nella Casina delle Civette presso Villa Torlonia a Roma, al TEDxBologna, nella Cineteca di Bologna, nel Cortile d'onore di Palazzo d’Accursio, nella Casa delle Donne. Pubblicato il libro Neglected Roots sulla scomparsa della foresta del Borneo Indonesiano realizza altre mostre a Bologna nell’ambito del Festival IT.A.CÀ., in Piazza Aldrovandi e Giardino Parker Lennon per il festival Human Rights Nights con il quale collabora, a San Ginesio nel Loggiato di San Tommaso e Barnaba, nel Palazzo della Provincia di Trento (Radici Negate - Il Senso delle Foreste Borneo e Canada). Realizza e cura a Minerbio il Festival di Fotografia Fotonika.
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