Alba. Un nuovo giorno è iniziato e nell’aria mattutina si ode un possente richiamo, come quello che produce un corno francese ma caratterizzato da un tono ruggente. E’ il bramito, il verso emesso dai grandi cervi maschi in lotta tra loro nel periodo autunnale.
L’avversario ode da kilometri di distanza il segnale di sfida e risponde con decisione. Tutto questo serve per valutare le condizioni di salute e la stazza di ogni contendente per scongiurare inutili combattimenti, ma in questo periodo tutte le energie di ogni maschio sono protese alla conquista di un harem di femmine. Impossibile resistere. E’ una pulsione troppo forte. I due contendenti si fronteggiano e camminano come in una parata, valutandosi reciprocamente. Sempre più vicini. La battaglia ha inizio. Un rumore sordo echeggia tra i faggi della foresta. E’ il rumore dei palchi che si scontrano violentemente in una prova di forza molto pericolosa. I due contendenti sono alla pari e continuano la danza del combattimento senza pause significative. Ancora un secco frastuono. Poi il silenzio. Un’ombra claudicante si trascina verso le sponde del lago. E’ il perdente. Zoppica in maniera vistosa ed il muso ha una piega anomala, qualcosa penzola dalla bocca. Si accascia esausto sulla riva e prova ad inclinare la testa verso l’acqua ma senza bere, come se cercasse sollievo. Deve aver ricevuto un colpo tremendo. Alcune ramificazioni del palco sono spezzate e la mandibola penzola da un lato assieme alla lingua. Non può né alimentarsi né bere. E’ sfinito dalla battaglia e non riesce quasi a muoversi. Prova a rialzarsi, inciampa. Si guarda attorno, alcune mucche incuriosite si avvicinano ricambiando lo sguardo. Con pause sempre più lunghe si allontana in direzione del bosco in cerca di riparo ma le zampe non reggono, deve riposare. Si ferma proprio al limitare della foresta, sotto ad un faggio che sta iniziando ad ingiallire. Il sole tramonta. La notte è passata e un vento gelido scuote i rami facendo volare alcune foglie. Le prime luci raggiungono il lago e illuminano un iridescente scarabeo che si affretta nel prato. Poco distante dal giaciglio del perdente si scorge un ammasso informe. E’ proprio lui. O almeno ciò che ne rimane di quella possente bestia. Era solo questione di tempo. I lupi hanno aspettato il momento più idoneo, quando le forze della preda erano oramai esaurite. Quale bottino! Il branco avrà la pancia piena per diversi giorni e in ogni caso non dovrà attendere molto per assaggiare di nuovo carne di cervo. Il re è caduto. Francesco e Laura
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Laura Frasca e Francesco SavelliUna fotografa e un esperto di Natura. Archives
July 2021
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